I MONACI BASILIANI D'ITALIA IN ALBANIA 157 plica si degnino stabilire qualche assegnamento annuo « per il mantenimento di 10 o 12 di quei giovani (11) ». § V. PER LA CONTINUITÀ DELLA MISSIONE. L’espediente proposto dal Vescovo avrebbe certamente deciso le sorti della Missione, e noi vedremo tra breve che dello stesso parere era anche l’Arcivescovo di Corfù. Invitato infatti esso a informare la S. Congregazione sul conto del Vescovo e sulla Missione, nella Congregazione del 24 settembre 1680 (Atti, voi. 30, fol. 252) M.r Segretario riferiva quanto in proposito avea scritto M.r Barberigo: « Monsignor Arcivescovo di Corfù, in obbedienza « de commandamenti di questa S. Congregazione che « gl’impose il dovere informarla della persona di Mons. « Stanila Vescovo di Musacchia, Vicario Apostolico in « Cimarra, e de’ bisogni spirituali di quella missione, « scrive in data 20 Luglio passato avvisando alle EE. « VV. : che quel Prelato pieno di bontà e sufficienza non poteva assolutamente supplire al bisogno da lui solo; « ma teneva necessità di missionarii per la cura spiri-« tuale di quei popoli, e per questa causa si era tratte-« nuto tanti anni colà senza profitto, perchè non poteva « parlare liberamente per timor d’esser scacciato et es-« sendo solo, di perdere la missione, havendo patite (f molte persecuzioni da quei Vescovi Greci scismatici « circonvicini e particolarmente dal Vescovo di Giani-« na : onde per aiuto e consolazione di Mons. Stanila, « dice M.r Arcivescovo di Corfù d’havergli mandato per c aiuto il Sacerdote Giovanni (Giona) Corintio, catto- (11) Arch. Propag. Atti del 1678. Congregazione del 20 giugno.