98 D. Nilo Borgia « essa vi dorme il Monsignore, io et il padrone, sul pati vimento. Ha per anticamera un cortiletto largo non tt più di una canna, il quale la notte serve per habita-t< tione de bovi et il giorno delle galline. Io a dirgli il tt vero in questo poco tempo che sono stato con il Monti signore, per le cose che vidi, ho assai ammirato la « sua patienza e virtù ». E noi saremo eternamente grati al De Camillis, che ci ha lasciato testimonianze così preziose, senza delle quali non avremmo mai conosciute le asprezze e le privazioni della vita quotidiana dei nostri Missionari, che si susseguirono su quelle montagne e forse abitarono quella stessa casa. Nè meno sacrificata scorreva la giornata del Missionario. « A pena egli è levato — continua il De Camillis « — la matina a bon hora che comincia ad empirsi la « sua casa di gente, la quale a lui corre non per porte targli mai alcuna cosa in dono, o per passar con lui « termini di amicitia e di creanza, ma solo per tribo-« larlo e per chiederli chi una cosa chi un’altra. « Il povero Monsignore con tutto che abbia assai da « fare, per esser molto inclinato allo studio et alla fa-« tica literale, e per havere alcune opere, assai dotte et « utili da stampare, per le mani, lascia quello che molte to desidera di fare, per dar orecchie alla gente im-tt portuna e renderli sodisfatti. « Di quella poca provisione che la S. Congregati zione gli manda, pochissimo se ne ritiene per se, dan-« do il restante per gli altri. « Io con la mia venuta gli portai centodiciotto scu-tt di, et in termine di una settimana ne distribuì più di « ottanta, parte in dono e parte in prestito. Ma la genti te è così barbara et indiscreta che non riconosce la