La lingua albanese 21 312 aveva proposto come etimo il lat. nuptia , ma il Pedersen BB. XIX, 295 dimostrò che la voce era autoctona e che doveva riunirsi all’ant. ind. snusà (<*snusié). L’etimo era così evidente che anche lo stesso Meyer, nel fase. V dei suoi Albanesische Sudien, p. 79 (posteriore all’EW.) lo accettò. G. Meyer EW. 39 aveva tratto il verbo blé « comperare » dal lat. a b 1 e -v a r e ; la cosa era abbastanza inverosimile perchè nessuna lingua romanza ci dà derivazioni di a 1) 1 e v a r e in questo senso e già il Pedersen respinse tale derivazione (Krit. Jb. IX, 213); Jokl, St. 44 trae b-lè da un indoeuropeo *1 e w . Lo stesso Meyer, EW. 55 trae il gh. burine «fico appassito» (cfr. Bashk. 57) dall’it. (veneto) mauro per maduro, cosa difficile anche foneticamente; ma Jokl, St. 10-11 risale giustamente a una radice indoeuropea *bh rewä « wallen, gären, brauen » ; e così potrei continuare per un pezzo se avessi tempo a mia disposizione e se non temessi di tediare i miei ascoltatori. 6. Vi è poi un’altra considerazione da fare; il Meyer, redigendo il suo dizionario etimologico, aveva a sua disposizione fonti lessicografiche tutt’altro che complete. La fonte principale, e diciamo pure l’unica sicura, era il Glossario degli « Albanesische Studien » di Hahn (36) che, in buona parte, si basava su quello del- lo Xylander (37). Per questa ragione il Meyer sceglie come base il tosco, in quanto parte appunto dalle forme tosche di Hahn. Per il ghego la sua principale fonte era il farraginoso « Dizionario epirotico» del Rossi (38), fonte tutt’altro che sicura. I migliori dizionari gheghi. quelli del Jungg (39) e della società Bashkimi (40), si sono pubblicati solo in epoca posteriore aWElym. Wörterbuch del Meyer: il primo nel 1895, il secondo nel