66 D. Nilo Borgia te il suo fallo durante 25 anni circa di privazioni e di sacrifici nella Missione. Da una lettera-risposta della S. Congregazione si può di leggieri dedurre che sia stato lo stesso Stanila a ragguagliarla dell’awenuta ordinazione: vi s’intravedono altresì le scuse e i pretesti da lui messi avanti per giustificarla. La lettera è del 4 Novembre 1662, diretta: A Monsignor Arcadio Stanila vescovo d'Hspatliia. « Reca meraviglia a questi EE. SS. la inaspettata « nuova della promotione di Vostra Signoria al vesco-« vato, perchè trattandosi di un alunno della Sede « Apostolica et attualmente impiegato dalla medesima a in altra opera di molto servitio di Dio, pareva che « ogni dovere ricercasse che antecedentemente se ne « fosse informata, e se ne aspettasse la sua approvatio-« ne, senza che possa in ciò suffragare la scusa della « presta partenza di monsignor Arcivescovo di Ocrida, « essendosi trattenuto tanto tempo in Cimarra (10), che « abbondantemente poteva bastare per scrivere et aspetti tarne la risposta di qua, et in ogni caso non è così « lungo il viaggio da Cimarra in Ocrida che ricevuta la (10) Abbiamo veduto avanti come l’Arcivescovo di Ocrida, fatta adesione alla S. Sede, si fosse messo in contatto con i Missionari di Chimara: per qualche tempo fu loro ospite e in quell’occasione promosse il P. Andrea Stanila all’Episcopato. A lui la Sacra Congregazione avea destinato in dono un paramento sacro, e noi vedremo tra breve come finalmente gli sia stato recapitato. Uomo dabbene e di semplicità primitiva perseverò sino alla morte nell’unione con Roma, nonostante le persecuzioni subite per parte di qualcuno dei suoi suf-fraganei, e per parte dei Turchi che lo ritennero complice del Lascaris nei maneggi politici orditi con il Vice-Re di Napoli. La sua andata a Chimara fu in gran parte determinata dal timore dei Turchi.