124 D. Nilo Borgia § Vili. Mr. Stanila cade gravemente malato. « Intanto il povero Monsignore oppresso dai molti « disgusti che in tanti cimenti si prese e dai gravi in-« commodi che pativa in quella terra di Vuno, dove gli « mancavano quasi tutte quelle cose che al buon gover-« no della vita humana si richiedono, fu assalito da sì « grave infermità che in pochi giorni lo condusse ad « estremo pericolo. Io subito che il seppi, mi partii da a Cimarra et andai ad assistergli e governarlo; ma v*-« dendo che il male era assai grave e pericoloso, e che, « per mancanza d’ogni sorte di medici e medicine che « v’è in quelle parti, non si poteva porgere alcun ri-« medio, mi risolvetti di portarlo a Corfù, acciò ivi da « quei medici fosse curato. Ma hebbi grandissima diffi-« coltà ad effettuare questo mio pensiero, perchè molti (f di quei Vuniotti, desiderando che il Monsignore moie risse piuttosto ivi che altrove, acciò che quella poca c roba che haveva rimanesse nelle loro mani, impedite vano a tutto potere l’andata. Nulladimeno io superante do con l’aiuto del Signore ogni ostacolo il posi dentro « di una barca e lo condussi alla città di Corfù. Ma arce rivati che ivi fummo, i Signori della sanità che soglio-« no quasi sempre tenere in qualche sospetto tutta quel-« la terra ferma, vedendo il Monsignore ammalato, non c: ci vollero in modo alcuno conceder prattica, anzi non « non ci vollero neanche concedere alcuna habitatione « fuori della città, o sopra alcuna dell’isolette che sono « in quel mare, che poteano pur farlo con ogni raggio-« ne di ottimo governo; ma ci assegnarono la via aperta cc del mare sotto le mura della città per nostro ricovero. « Su quella riva a cielo aperto, sotto l’inclemenza « del tempo et a fronte delle fortune del mare si potè