102 D. Nilo Borgia cc valersi dal rigore dell’inverno; con tuttociò non si c< ammalano, tanto son forti di natura : cc Che sono di genio bellicoso, affezionandosi alci l’armi con le quali dormono, et in quelle pongono tut-u ti i lor pensieri e consumano il lor havere; et infer-ci matosi alcuno, colla dieta si cura, non havendo nè ci medici nè medicina, si prevalgono però di alcune cc herbe, facendone empiastri, e pure molti se ne veg-cc gono di caduta età robusti e gagliardi con animo in-a clinati sempre alla guerra : cc Che il sopratutto sempre vogliono esser liberi e Ci non vogliono soccombere non solamente al dominio c* straniero, ma ancora al loro proprio ch’è il gran Tur-cc co, massime se qualche volta hanno dato tributo; e< tal’hora ancora si sollevarono contra, tanto che sde-cc gnatosi il capitano Passà di Beratti (Berat) venne con cc 14 mila fanti sotto Cimarra. Ma li nostri coraggiosa-cc mente si difesero con l’aiuto di sette galeotte che mi e diede l’Ecc.mo Nicolò Michiel provveditore di Coree fù, e la fortezza di Cimarra col tiro del cannone e ee vigore degl’Albanesi, scompigliarono l’esercito del c< Passà, facendone stragge di quello, con la perdita di e< 13 solamente dei nostri, e che di ciò pienamente fu cc informata la Sacra Congregazione dall’111. mo Labia cc e da me (5) ». L’istruiva inoltre del sistema barbaro che avevano gli albanesi di governarsi tra loro, del quale noi abbiain detto atlrove (v. Cap. I, § I) aggiungendo infine che alle sue proteste e rimostranze rispondevano ostanitamente : Lasciateci governare con questo rigore, perchè se non fosse con tanta severità punito l'homicidio, ad ogni momento si commetterebbero eccessi; onde per ovviare a (5) Cf. Korol., fase. II, pag. 64.