1 MONACI BASILIANI D’ITALIA IN ALBANIA 79 « tà dellTll.mo P. Papacoda aspettando gli ordini della « Sacra Congregazione » (4). Nè questi si fecero aspettare lungamente, avendo egli già in antecedenza datane comunicazione alla Sacra Congregazione. « Egli — leggiamo negli Atti (5) — se a ne partirà essendone astretto dalle persecutioni, e « per altre raggioni che spiegarà poi a bocca ». Da Lecce, riacquistate appena le forze, si recò a Roma « doppo haver servito sopra tre anni in quella « missione, anche doppo che gli altri l’havevano ab-« bandonata » : così raccomandava agli E.mi Signori Cardinali una umilissima preghiera del missionario, Mr. Segretario; cc supplica di qualche sussidio per le spese « fatte nel ritorno, e quando alle EE. VV. non piaccia « di darle qualche impiego in servitio della Sacra Con-« gregatione, favorirlo almeno di una lettera di racco-« mandatione a Mr. Arcivescovo di Palermo, dove pen-« sa d’andare per impiegarsi in servitio de Greci che « stanno in quella città » (6). Annuirono volentieri gli Eminentissimi alle richieste del P. Costantini; ma, ne indoviniamo i motivi, non sembra che per allora siasi mosso da Roma. Anno 1664. Avrà influito a tale nuova determinazione qualche amichevole indiscrezione riguardo ad una probabile sua promozione all’episcopato? Potrebbe pensarsi anche a questo; comunque, come sembra certo che egli non andò a Palermo, così è parimenti certo che alla fine del novembre dello stesso anno si rivolse alla Sacra Congregazione affin di ottenere da essa una cameretta nel Collegio Greco per fissarvi la sua dimora. La sua (4) Id., ibid. Papacoda arciv. di Lecce dal 1639 al 1670. Gams. (5) Arcb. Propag. Atti del 1663, voi. 32, Congregazione del 1° ottobre. (6) Ibid. Atti del 1664, voi. 33, Congregazione del 30 giugno.