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D. Nao Borgia
    ee Lascio considerare all’Em.ze VV. con che cuore se « ne stava in quel tugurio fra le branchie di quei lupi ee famelici il povero Monsignore: aspettava che gli altri et Drimadiotti che non havevano in quell’attione niuna « parte, et altre persone che erano state da lui ammae-« strate et in varie occasioni molto aiutate e beneficate, <f per carità, o almeno per loro riputatione, si solevas-« sero contro di quegli empij e lo liberassero dalle loro « mani; ma vedendo che non si muoveva veruno (cosa « che fece meraviglia in quella provincia per gli obbli-« ghi grandi che tutti gli havevano), non potendo far alti tro sborsò egli del suo una buona somma di danaro —
« settanta scudi, precisa lo stesso Stanila — e con ciò tt libero se n’uscì dalle loro mani.
    « Per questo sì gran strapazzo che il Monsignor riti cevette in Drimades (senza che la comunità facesse ee alcuna sorte di risentimento come doveva), determinò ee anch’egli di partire di là et andarsene in altro luogo; « et per poter farlo più sicuramente, senza che quei malie vaggi s’avvedessero che l’haverebbono indubitatamente te trattenuto, lasciò ivi quella poca roba ch’haveva et ec andossene a habitare alla terra di Vuno che è poche ee miglia distante da Drimades. Ciò non ostante alcuni et di ejuei scellerati non lasciarono neanche là di perse-tt guitarlo; anzi molto più arrabbiati perchè gli fosse ee scappato dalle mani, ogni giorno trovavano stratagem-ee mi per tribolarlo, et un dì fra gl’altri, un certo hebbe ee ardire di porgli fino il pugnale nella gola, acciò con ee questa paura gli cavasse fuori del danaro.
     ee A tanto arrivò la malitia di quei scellerati Drima-ee diotti! ».
« il memoriale dell’oratore aggiunge d’haver havuto avviso da Mons. « Arciv. di Corfù che il Vescovo di Musacchia sia stato svaligiato e che « possa anch’essere che sia ritenuto schiavo ».