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D. Nilo Borgia
visto, ne era oppresso e avea assoluto bisogno di riposo (1 bis). Eppure avendo ottenuto dalla Sacra Congregazione la desiderata licenza di lasciar per qualche tempo la missione, non sembra siasene servito e certamente perchè vedeva troppo necessaria la sua presenza tra i suoi fedeli. Si era giunti così fino al 1675, quando finalmente, dietro ripetute istanze, ottenne di allontanarsi temporaneamente non ostante ch’egli chiedesse di veni re esonerato dal doloroso incarico. Negli Atti del detto anno (Congr. del 26 agosto) leggiamo:
    « Il Vescovo di Musacchia missionario in Cimarra « con più lettere espone che per i gran patimenti sof-c ferti in quelle parti per lo spatio di trentanni vien « travagliato da varij dolori che lo inliabilitano alla conti tinuazione, e supplica se li conceda un luogo di ripo-« so dove se non con la lingua, almeno con la penna « inspiegarà in servitio della Santa Sede, ripulendo al-« cune opere che saranno d’utile alla chiesa oriente tale ».
     Sul suo ritorno aveva contato anche il P. Rettore del Collegio Greco tt rappresentando che quando si t. trovasse qualch’altro impiego per Monsignor Onofrio tt Costantini, che presentemente offitia la Chiesa di S. tt Atanassio, in sua vece sarebbe sommamente utile tt 10rdin(e)ario( ?) per le sue rare qualità alla buona « educatione della gioventù di quel Collegio, nel quale « egli pure è stato alunno » (2).
    La licenza gli venne concessa, ma, non ne sappiamo bene i motivi, nell’anno susseguente era ancora nella Missione alle prese tt col nuovo Vescovo scismatico di « Cimarra chiamato Callinico », il quale tt ha fulmina-
    (1 bis) Arch. Propag. Atti del 1672, Congregazione del 2 agosto.
    (2)	Ibid. Atti del 1676. Congregazione del 7 giugno.