70 D. Nilo Borgia « altri si trattiene in quella provincia nel luogo dove fu « impiegato, scusandosi di non haver scritto da molto « tempo in qua, per mancanza di recapiti, ragguaglia « delle vere ragioni per le quali quella missione si è « sconcertata e si è perduto in un punto quel che con « tanto tempo e fatica si era acquistato, e sono le at-« tioni de missionarij et i capricci dell’arcivescovo, tro-« vandosi egli confuso e mortificato per gl’improperij a che spargono gli scismatici e querele che fanno quei fv popoli ». Lo sdegno popolare era sopratutto contro l’arcivescovo, attaccato direttamente nella sua condotta morale ed accusato di gravi delitti per i quali « è tanto « lo strepito et il rumore che se ne fà che egli (il Co-« stantini) non stima ben sicuro l’arcivescovo a Corte fù » ove erasi rifugiato il Lascaris; « anzi giudica «. che sia bene di chiamarlo a Roma, per sfuggire le « calunnie che danno i Greci a chi l’aveva inviato in Ci-« marra, procurando però prima che paghi il debito, per « lo quale ha impegnati i paramenti sacri, donde sono « proceduti tutti i disordini. « Soggiunge che anch’egli (Costantini) ha patito « assai per essere del partito dell’arcivescovo; e se non « fosse stato difeso dall’affettione che gli portan quei « popoli non l’haverebbe passata senza pericolo della « vita ». I capi di accusa contro il Lascaris erano parecchi; tra essi risultarono fondati due : la non avvenuta consegna della suppellettile sacra destinata al Patriarca di Ocrida, che egli appena giunto in Albania aveva impegnata per 60 scudi; e un’accentuata attività di segreti maneggi con i rappresentanti della Spagna contro il governo turco, maneggi che, se portati a termine, avrebbero forse giovato alla causa cristiana, rimasti incom-