I MONACI BASILIANI D’ITALIA IN ALBANIA
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    Giunta a questo punto, la Relazione dello Stanila
accenna in forma assai laconica la fine tragica dei suoi aggressori: « quelli che così barbaramente mi havevano « trattato, tanto Biasio Celco lor capo, quanto i suoi <- adherenti in breve tempo perirono di morte violenti ta (25) ».
    Il De Camillis invece scende a informazioni più minute, e ci fa sapere come che « quel Biasio... poco « dopo commettendo un omicidio il suo nipote, fu dalli « parenti del morto (secondo la consuetudine di quei « paesi) spogliato del suo havere e spiantato con tutta la <t sua famiglia; e di più intervenendo una volta in una (C baruffa per difendere la sua robba dagli inimici, gli « fu tagliata la sacriliga mano, et alla fine facendo viag-« gio... gli fu tirata un’archibugiata che ferendolo nel « cuore cadde morto ».
    « Un altro chiamato Moscovita dalla città di Corfù, « il quale bandito di grossa taglia dalla giustizia per li « suoi misfatti si era ivi rifugiato e fu l’istigatore di « tutti i mali, fu anch’egli poco doppo lasciato morto « sulla pubblica strada a forza di pugnalate ».
    « Un altro chiamato Demetrio provò similmente il & rigore della (divina) vendetta in un’archibugiata che « cogliendolo nell’occhio gli troncò in un istante la « vita ».
    « Ad un altro prete chiamato Coca, morì in ter-« mine di due giorni il suo diletto primogenito, il quale et era stato battezzato dallo stesso Monsignore... In que-e sta maniera furono quasi tutti, chi in un modo e chi « in un altro severamente castigati dal supremo giu-« dice ».
    (25) Korol., loc. cit., pag. 70.