I MONACI BASILIANI D’ITALIA UV ALBANIA 133 Nelle Relazioni dei due l’episodio ci viene narrato quasi con le stesse parole, ma noi diamo la preferenza al De Camiljlis perchè più particolareggiato e perchè in questo aliare fu egli principale protagonista. Ecco le sue parole: « In questo mentre il Turco aggravando per le guerce re che faceva con insoportabili tributi le terre della u provincia, si ragunarono un giorno i capi principali « di alcune di esse e venendo a trovarmi a Cimarra, con a grande istanza mi pregarono che come prattico nella ce lingua e nelli costumi d’Italia, volessi con essi loro « accompagnarmi, perchè erano risoluti di passare al « Regno di Napoli, e pregare per parte delle loro terre « l’Ecc.mo Vice Re che si degnasse concedere loro qual-« che luogo in quel Regno, accio potessero ivi passare « con le loro famiglie e lontano dalle tirannie del Tur-(( co, vivere sotto il comando del cattolico Re quieti e « cristianamente. ce Molto io lodai la risolutione di quelli capi e li « consigliai che in tutti li modi la dovessero mettere in « esecutione. « E le cagioni (per) le quali mi movevano a con si -« gliarli così sono le seguenti : « Primo perchè il loro paese sottoposto nel tem-cc porale al dominio turchesco e nel Spirituale a quello (( del Patriarca di Costantinopoli, non si puole fra loro ce esercitare con molta franchezza la missione, nè si pos-« sono fare le conversioni in quella maniera che si dece siderebbe : E se si fanno non v’è certezza che deb-« bano per lungo tempo durare; perchè essendo quella « gente priva di lettere e di dottrina, e di natura facil-« mente mutabile, con poca fatiga un monaco scismati-ec co o altra persona di qualche autorità ap(p)o loro po-« trebbe pervertirli e farli ritornare allo stato primie-