72 D. Nilo Bokgia Peraltro, comunque fossero andate le cose, la verità è che i Chimarioti erano ancora sotto una profonda irritazione, e la vita dei Missionari in grave pericolo, tanto forte era l’inasprimento di quegli uomini così facili alle armi e così poco accessibili alla riflessione e al ragionamento. Lo Stanila, che li aveva praticati per due anni, ne era sgomento e differiva più che gli era possibile il suo ritorno in Albania; stretto finalmente da Monsignor Segretario a dar ragione anche di questo ritardo rispose « ch’egli si era reso sospetto, come amico dell’arci-« vescovo » ritenuto complice suo nelle trattative con gli Spagnoli. § V. Nuovamente a Chimara. Intanto la Missione andava sempre più in rovina, non ostante che per parte dei Turchi i pericoli fossero di molto attenuati, se non del tutto scomparsi. La S. Congregazione ne aveva avuto notizie dirette per tramite di un P. Cappuccino, dal Vescovo di Lecce inviato sul luogo, per indagare sulla verità dei fatti che avevano tanto turbata la Missione e « per informarsi se « vi era dispositione in quei christiani per ricevere » i PP. Cappuccini « di Sena d’Otranto che nel capitolo « fecero istanza di qualche missione. Il cappuccino ne « interrogò i medesimi Cimariotti e dice che risposero (f tutti concordemente di sì, affermando che non vi sa-« relibe pericolo di esser molestati dal Turco perchè a « quest’effetto da pochi anni in qua gli pagano il tri-« buto e che havendo conferito il medesimo all’arcive-« scovo (di Corfù) parimente gli rispose di sì, aggiun-« gendo che sarebbe necessario di pagar qualche cosa