Consuetudini nelle montagne albanesi, ecc. 07 esse appare ben manifesto, non fosse altro che per il fatto che esse si mantennero rigorose anche quando i turchi avevano imposta più o meno larvatamente la loro dominazione. Appunto il permanere di tali norme fu possibile perchè si trattava di consuetudini, cioè di norme radicate intimamente nella coscienza popolare sia perchè ritenute adatte a soddisfare esigenze giuridiche sociali, sia perchè, assimilate attraverso le continue ripetizioni al carattere dei consociati, essi se le trasmisero di generazione in generazione insieme alle più care tradizioni. E in tal modo per un obbligatorietà giuridica promanante quasi dalla coscienza del popolo questo potè mantenerle, come le mantenne, fino ai tempi nostri, anche in assenza di un forte potere che le facesse osservare. E si noti ancora che dato fossero stati leggi create dal Lek Dukagijni o dai suoi contemporanei, i turchi che diventano padroni dell’Albania mentre vive Lek Dukagijni non avrebbero certo faticato ad estirpare ciò che nascendo quasi contemporaneamente alla loro invasione non avrebbe avuto nemmeno la forza della tradizione ad aiutarla. Invece i turchi non fecero mai questo, anzi a cinque secoli di distanza consacrarono l’importanza di tali consuetudini, tentando farne una codificazione. Se per risolvere poi la questione ci rivolgiamo alla storia vediamo che anch’essa ripete una risposta negativa. Infatti nè il Biemmi, nè l’anonimo veneto che scrissero di Scanderbeg e parlando dell’eroe Albanese nominarono a più riprese Alessandro Dukagijni dando ragguagli sulla sua vita ci danno notizie circa un opera legislativa compiuta da costui. Angelo Comneno, vissuto poco dopo Alessandro Du-