166 D. Nilo Borgia quanto più sopra abbiamo detto. L’incarico infatti era triennale e ciò, se non andiamo errati, poteva aver luogo solo tra cattolici sufficientemente organizzati, sotto la guida di un clero indigeno più o meno numeroso, cosa che per noi non ha gran valore, ma avente la responsabilità di quelle anime. Da particolari notizie anzi veniamo a sapere che i 35 villaggi erano discretamente forniti di clero e che Parochi omnes erano ccenobitae, Basiliani Instituti, poiché Ccenohia plura extructa sunt per ea loca; quin-decim omnino in singulis ccenobitae degunt, iique Ci-mariotae; ex hiis duo, tresve Presbyteri, tutti gli altri occupati nelle faccende materiali (1). Il Missionario ne aveva periodicamente la cura straordinaria. Era poi nell’interesse della Missione coltivare in maniera particolare le nuove generazioni; e di fatti quando fu loro possibile, ai bambini aprirono i loro miseri tuguri per l’istruzione elementare dei primi rudimenti di grammatica e del Catechismo, convinti com’erano che solamente nella formazione delle menti ancor tenere si sarebbero ben radicati i principi della fede e della pietà cristiana, onde assicurare l’avvenire morale di quelle popolazioni. Nè trascurarono l’elemento più prezioso e più necessario per la vita e la continuità della Missione, le vocazioni sacerdotali : le fomentavano con la preghiera, col buon esempio e con ogni genere di sacrifici, e noi vedremo che anche su questo punto il campo delle loro fatiche diede a suo tempo frutti copiosi, quali si potevano ottenere, beninteso, in mezzo ad un popolo gene- (1) Cfr. Farlati, H. lllyricum Sacrum, tom. VII, pag. 435.