104 Giuseppe Castelletti zione contro qualunque offesa dilagando così nella lotta barbara e selvaggia prova altresì che il primo sforzo equo ed intelligente dei creatori delle norme non trovò di meglio per frenare tale lotta che istituire una prima forma di giustizia nel principio del taglione chè infatti legittimare la vendetta solo per reazione all’omicidio,, non è altro che portare alla sua logica conseguenza il principio del « dente per dente, occhio per occhio ». La nostra coscienza di uomini evoluti considera certo ugualmente come cosa barbara ed iniqua che anche chi uccise per difendere le proprie ricchezze venga ucciso, perchè, nella considerazione del primo omicidio, non sappiamo dimenticare che anche il ladro che fu ucciso ebbe una colpa notevole nel fatto, violando il diritto stesso dello uccisore, e ciò quindi diminuisce lo stato di colpabilità di quest’ultimo per cui la pena, cioè la morte, che dovrà colpirlo con la vendetta, supera notevolmente il male che egli ha compiuto. Così esiste un’altra norma consuetudinaria che evidentemente ripugna alla nostra coscienza. Se un fucile, appeso a un sostegno cade e cadendo esplode onde provoca la morte di un altro individuo, i parenti di quest’ultimo cc possono legittimamente vendicarsi — dicono le consuetudini — uccidendo il proprietario del fucile ». Vi è qui — si osservi la stretta e puramente materiale applicazione del principio « Sangue per Sangue » ma manca assolutamente il minimum di volontà malvagia nel proprietario del fucile che pure dovrà cadere sotto i colpi dei parenti dell’ucciso. Ad un fatto puramente materiale si oppone — ed è qui la palese ingiustizia — un azione determinata-mente voluta e preparata, quale la reazione dei parenti. Senza volere minimamente giustificare questi casi di ec-