Consuetudini nelle montagne albanesi, ecc. 101 rarla, sia nei suoi presupposti psicologici, sia per il processo di attuazione che essa segue in diretta concatenazione con una profonda e alta concezione della integrità e dell’indipendenza della personalità umana. Suo primo punto di partenza è il principio che l’individualità umana debba considerarsi, nel giuoco dei rapporti sociali, come un valore assoluto che costante-mente sia fine e non già mezzo. Di fronte poi ad ogni atto che neghi tale posizione dell’offeso nella società, chi è colpito, o, in vece sua, chi si considera quasi identificato a lui per vincolo di sangue, insorge per distruggere la negazione e riaffermare l’individualità colpita. Ma appunto per il principio dell’integrità e dell’indipendenza individuale che vige in tal regime, chi reagisce, rifugge da ogni intervento estraneo e giudica, insofferente di ogni vincolo superiore che possa dirigerlo, anche magari sotto l’influsso dei propri sensi eccitati, l’offesa ricevuta e ne determina la punizione eseguendola soltanto in armonia al proprio giudizio. Perciò la vendetta è una manifestazione che si vie-nrt a trovare in piena e profonda aderenza alla psicologia del Montanaro Albanese che è profondamente e vivamente amante della propria libertà, e desiderosa quanto altri mai di mantenere integra la propria personalità. Quindi il conoscerne il regime particolare, e il vederne quanto è stato fatto dagli anonimi creatori delle consuetudini per contemperare, in questo campo, la violenza delle reazioni individuali con le ragioni più alte del sano mantenimento della pace nei gruppi, straziati alle volte dalle lotte private, non può che condurre verso una maggiore conoscenza della psicologia dei montanari.