68 Giuseppe Castelletti kagijni, cioè nel XVI Secolo, nella sua genealogia dei principi albanesi nomina il Dukagijni e dà date precise della sua vita; ma anch’egli tace su dì una sua opera legislativa. Tacquero costoro perchè ignorarono, o perchè l’attività legislativa di Alessandro Dukagijni parve loro di così poca importanza da non doverla ricordare? A me pare impossibile che quasi contemporanei come essi furono, potevano ignorare un atto così importante ove esso si fosse realmente realizzato, e mi pare ugualmente impossibile che essi vollero ritenerlo, se lo conobbero, di così poco valore da non degnarlo nemmeno di un cenno nelle loro storie. Il loro silenzio non fu d’altro canto soltanto sull’opera legislativa di Alessandro Dukagijni ma altresì sull’opera di codificazione che se realmente fosse esistita sarebbe stata conosciuta, e se conosciuta sarebbe stata degna di ricordo. Ciò anche per risolvere il problema che, escluso il modo negativo, la prima domanda si presenta immediatamente subordinata ad esso se, cioè, Alessandro Dukagijni sia stato un codificatore. Oltre la risposta negativa che la storia può darci, alcune altre osservazioni possono confermarci in ciò. Se un opera di codificazione fosse avvenuta il codice sarebbe stato scritto perchè, solo scrivendo le norme, una codificazione di consuetudini può raggiungere i suoi veri e fondamentali scopi, quali cioè : quello di mantenerle più efficaci perchè colla redazione scritta si ha di esse un maggiore controllo e una maggiore sicurezza di applicazione, e quello anche di conservare una tradizione giuridica sociale che può testimoniare dell’origina-rietà e grandezza del popolo. Ma anche ammettendo che una codificazione sia stata operata in documenti scritti, e che questi poi si siano