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Carlo Tagliavini
 nè negli studi dialettali a mia portata di mano); il mutamento z>z sarà dunque da considerarsi come avvenuto nel passaggio della voce dallo zaratino all’albanese. Oltre a bizat-i « anguilla», ricorderemo barbùn-i « triglia »<ven. b a r b o n « muglia barbatus». Questa voce è nota anche in Albania e il dizionario della Società Bashkimi registra (p. 34): barbuti, barbimi « barbone » (pesce); la voce è penetrata anche nel croato bàr-bùn, Rjecnik I, 184 ed è indicata negli elenchi di italianismi per Ragusa dal Budmani, 164, per Arbe dal Kusar 18, per l’isola Lunga dal Cronia, ID. VI, 106 e, con intenti puristici, come forma da evitarsi, dal Kurfelac, 136. Il nome della « sardella » è di origine italiana, ma giunge qui probabilmente attraverso il croato abbiamo infatti srdéla<cr. s r d j e 1 a (voce di origine più probabilmente italiana che latina come crede lo Skok, 54; v. anche Reietar, Rad, CCXLVIII, 225).
    Fra gli animali appartenenti ad altre classi (molluschi, artropodi, insetti, ecc.) ricorderemo : sip-a « seppia », che non può derivare dallo zaratino sepa, ma è un elemento romanzo, probabilmente dalmatico, passato attraverso il serbocr. s'ì p a (cfr. Bartoli, II, 300; Cronia, ID. VI, 120; Skok, 56); rak « gambero » < cr. r 'à k . Piavits-a « sanguisuga » < cr. pìjavica « sanguisuga, mignatta»; può essere un elemento abbastanza antico perchè è conosciuto anche in Albania (piavetse « mignatta »; Bashk. 343; piavetse o piskavitsa a Scutari, Busetti, 611, cfr. Miklosich, AF. I, 22); zab-a « rana »<cr. z à b a « rana, ranocchia ».
   Tarm-a<it. tarma, è l’unico elemento italiano fra i nomi di insetti; cinkàmba (accanto al crudo slavismo stonoga<i cr. stònoga) è forse un calco sull’italiano o sul croato per designare il centogambe o millepiedi. L’albanese settentrionale dice katerdhetekamshi (Busetti, 611). Il ragno è detto babauk~u. Il Meyer, che conobbe la forma di Borgo Erizzo dal glossario manoscritto dell’Erber, nel suo EW. 22 non sapeva rendersi ragione del raddoppiamento.