18 Luigi M. Ugolini Manifestando però poco interesse e ingolfa/ti in ben altre questioni la Spagna, il Papa e l’imperatore, (le armi spedite dal Pontefice erano poche e i denari ancora meno) anche Venezia reputò opportuno disinteressarsi, per il momento, della questione. Il Vescovo di Butrinto e i Chimarioti. Nel 1596 l’arcivescovo greco di Bulgaria, Albania, Serbia, Valacchia e Moldavia (dal quale arcivescovo dipendevano 17 vescovadi) chiedeva a Giovanni Sagre-do, bailo della Repubblica a Costantinopoli, di abboccarsi con lui oppure col provveditore Angelo Basadon-na residente pure in quella città (24). Quest’ultimo, con un consigliere di nome Baffo, stimò opportuno recarsi dall’arcivescovo di Butrinto sotto un pretesto qualsiasi. L’arcivescovo, diede loro molte informazioni, e disse anche che aveva in animo dì sollevare gli Albanesi contro il dominio Turco; egli avrebbe cominciato coi « Cimariotti » abitatori della Acroceraunia (25); che il capo dei congiurati poteva essere un certo Cristoforo Cimariotto. Egli poi aveva saputo che il Papa aveva già spedite armi in Cimeria, tramite il viceré di Napoli che le aveva fatte imbarcare nese di 30.000 armati; che in Albania vi sono miniere dì metalli preziosi; ecc. I moti d’insurrezione sarebbero dovuti scoppiare a Dulcigno. (Il Senato al Rettore di Cattato 1595, 21 settembre). (24) Lettera del 1° marzo 1596 comunicata dal Consiglio dei Dieci al Senato. (25) I « Cimariotti » sono gli odierni Chimarioti, abitatori appunto della Chimara, regione montuosa, costiera, situata tra Santi Quaranta e Valona (Albania Meridionale). Essi erano intrepidi guerrieri, temuti anche dai Turchi che loro elargirono qualche privilegio.