Pagine di storia veneta 19 a Otranto; egli non sperava molto dalla Spagna, e tutta la sua speranza era nell’aiuto dei Veneziani. L’Albania settentrionale invece pensava di dare il proprio paese all’imperatore che era in quell’epioca Rodolfo II. Infatti così decisero il 1° novembre 1598 il vescovo Sapatense e Sardanense, il vicario di Croia, e alcune personalità di Scutari, Alessio, Durazzo e Presre-nem. Ciò fu comunicato da un confidente, « persona di condizione » presentatosi al Tribunale del Consiglio dei Dieci, il 7 gennaio 1599. Molto più importanti furono le congiure dei Primati d’Albania nel 1602 e nel 1616. Nel 1601 una comunicazione del Capitano Tommaso Tommaseo (26) segnalava al Consiglio dei Dieci la protezione accordata dal Pontefice a una sollevazione da provocarsi in Albania: sollevazione di cui tuttavia i Turchi parevano aver avuto sentore perchè avevano dislocato corpi di cavalleria ai confini. L’anno dopo il provveditore Filippo Pasqualigo scriveva che i principali capi del movimento dell’indipendenza albanese si erano radunati a S. Alessandro, distante da Alessio 3 giorni di cammino, in numero di 2656 e avevano deciso di offrire il dominio del proprio paese a Venezia purché essa li liberasse dal giogo ottomano. Mandarono come ambasciatori il vescovo Sapatense e Paolo Ducagini. Promettevano di consegnare subito Croia e di radunare sotto le armi in tre soli giorni 100.000 uomini. Nella scrittura diretta alla Repubblica (Documento 1°), offrivano patti chiari e leali e giuravano di mantenerli, insofferenti ormai com’erano (26) Lettera del 23 luglio 1601 da Livorno comunicata dal Consiglio dei Dieci al Senato (f. II).