Consuetudini nelle montagne albanesi, ecc. 85 i suoi consanguinei, ugualmente se viene ucciso un membro di una Stirpe, da un individuo di altra stirpe tutti i membri della prima insorgono contro i membri della seconda, ripetendo in tale caso la solidarietà basata sul vincolo della consanguineità che, attenuato, e divenuto tradizionale più tardi, dovette essere realmente in origine un elemento a base naturale. Ed ancora per la nomina a Kapidan, o capo di stirpe, o di gruppo di famiglia il carattere famigliare di tutta l’organizzazione sociale fa risentire la sua efficacia poiché non vi era elezione o designazione, ma soltanto successione in base al diritto famigliare, sostituendosi al capo morto il figlio primogenito o uno degli altri figli, o in mancanza il parente maschio più prossimo. L’organo principale della vita sociale nella Mirdi-zia era il Kuvend, detto di S. Paolo, perchè soleva riunirsi nei pressi del convento di S. Paolo in Orosci, paese nel centro della Mirdizia. Noto di passaggio che in Orosci aveva la sua sede il Vescovo della Mirdizia la cui influenza, non soltanto religiosa, ma altresì politica, era as-' sai grande accanto a quella del Kapidan tanto da far rassomigliare, a parere di alcuni autori, l’autorità direttiva della Mirdizia ad una diarchia somigliante a quella esistente in alcuni Stati Europei come la repubblica di Andorra. Il Kuvend Mirdita era presieduto di diritto dal Kapidan ed era composta dei capi delle stirpi (Plek), degli anziani e maggiorenti di ciascuna stirpe, dei gjobar, e dei rappresentanti della lega dei giovani di tutta la Mirdizia (Djelmnja). Costoro partecipavano alle riunioni con pieno diritto di voto e potevano fare proposte e presentare richieste. I capi delle famiglie avevano invece il diritto ed il dovere di assistere come semplici spettatori alle adunanze del Kuvend, unendosi però al difuori