Pagine di storia veneta 11 pure Alfonso V d’Aragona, re di Napoli e di Sicilia. All’assedio di Berat del 1455 parteciparono truppe italiane (comandate da Raimondo d’Orlaffo) che vi perirono quasi tutte. Alla difesa di Croia, assediata dai Turchi nel 1455, presiedeva Baldassare Perducci, mentre Scanderbeg, percorrendo il territorio vicino, coi suoi valorosi Albanesi infliggeva al nemico gravi perdite. I Papi, a dir vero, erano soliti d’inviare più benedizioni e parole d’incoraggiamento che aiuti positivi. Al tempo dell’assedio di Croia, Paolo II mandò un po’ di denaro; ben di più avrebbe fatto il suo predecessore Pio II, coll’indire una crociata (quella convocata ad Ancona nel 1463) se la morte non l’avesse colto proprio il giorno che Scanderbeg moveva contro i Turchi. Il Papa Calisto III, nel 1457 inviò denari, armi e uomini a Scanderbeg, che sconfisse i Turchi ad Albulena. Scanderbeg si mostrava molto riconoscente dell’aiuto italiano. Tra una guerra e l’altra, durante una tregua stipulata con i Turchi, Scanderbeg, invitato dal Pontefice Pio II e da Ferdinando I di Napoli, attraversava una prima volta l’Adriatico, liberava Bari dall’assedio che la cingeva, espugnava poco dopo anche Trani e prendeva parte con Ferdinando alla Battaglia e alla vittoria riportata presso Troia su Giovanni d’An-giò (18 agosto 1462). In compenso dei servizi prestati gli furono date come feudo Trani, Siponto e San Giovanni Rotondo. Rinnovatasi la guerra con i Turchi, durante un momento infelice di essa, in seguito alla perdita di Chidna, città in cui Scanderbeg aveva riunito il fiore delle sue milizie, l’eroe albanese tornò nuovamente in Italia ove fu accolto con grandi onori dal Pontefice Paolo II e dalla Repubblica Veneta. Tornato in Albania liberò nuovamente Croia; se-