Un dramma storico del 1897 nell’Albania del Nord SI della montagna. I musulmani di Koplitu stavano intimoriti pensando a quel che dovesse nascere, e una donna ( 1) del luogo interrogò gli armati dicendo : « Che intenzioni avete e con chi volete prendervela? » E uno rispose con avvedutezza : « Ce l’abbiamo con chi ci affronterà». E la donna a replicare: «ma ce l’avete con lo zhgun (panno con cui si fanno certe vesti i montanari) cioè coi montanari o con la camicia (cioè con gli scutarini?) ». E il montanaro di nuovo a rispondere: « Ce la prenderemo con chi ci affronterà ». « Bene, bene, — riprese la donna — lo zhgun (il montanaro, cioè noi) è con voi; ma cercate di conciar bene le camicie pel giorno delle feste (cioè non abbiate pietà degli Scutarini) ». Così discesero fino al han di Kopliku, badando sempre di non essere assaliti in faccia o alla schiena. Intanto il vali di Scutari aveva spedito quattro montanari, Dede Gjo Luli di Hoti, Nikolle Doda bajrak-tàr di Kastrati e Gjok Doda di Bajza e un altro per pregare i montanari a ritirarsi. Era non solo la parola del Vali ma anche dell’Arcivescovo e del Console austriaco (decisiva pei montanari) che parlava per la bocca dei quattro messi, e i montanari si ritirarono. I sacerdoti obbligarono i quattro messaggeri al giuramento, e strinsero tutti i montanari al pozzo di Molla, a legarsi nella besa (in pegno solenne) di rimaner saldi e pronti a quel che richiedesse la necessità appena ritornasse il grido dell’allarme a risvegliare i monti. Con questo patto si dispersero per le loro case. (1) Son sempre le donne, anche nelle tradizioni più tragiche del paese, che compaiono in scena e in qualche modo risolvono le situazioni.