Un dramma storico del 1897 nell’Albania del Nord 59 montagnoli in gran numero, perchè nè turchi nè soldati arrischiarono andar colà. Ai 6 tornarono in città come in trionfo coi 9 prigionieri. Lo stato d’assedio però continuava, la miseria cresce, perchè il bazar chiuso, ed uscir di città a lavorare non si può. Ora si vedrà se si farà giustizia anche contro gli autori del furto e della profanazione della croce. (1) STATISTICA DELLA SPEDIZIONE PUNITIVA Case bruciate — Nella contrada Kòkaj furono bruciate 23 case. Fra l’altre quella di Gjeto Leka, Prele Mehmeti, Vate Ndoka, Koté Mehmeti, Mark Prelogi, Marti Gjeka, Kole Prelogi (2 jerevì), Prelé Mìrashi. Bande di montanari che mossero contro Rrjolli. — Il Sergjerde, Shaqìr begu, il padre di Xhemàl Beg Bu-shati promosse tutto l’affare e raccolse : 1.) Gruda con 50 armati. 2.) Met (]uni, bajrak-tàr di Hoti (musulmano) con 50 montanari cattolici. 3.) Cane Luca (bajraktàr) e Turk Shabi con 100 cattolici di Kelméndi. 4.) Nikolle Doda con 50 di Kastra-ti. 6.) Vate Màrashi, con 100 di Shkreli. 7.) Regi e Lohe con 50 persone. 8). Il bajraktàr di Grizhe con al- (1) Lo stato d’assedio si tolse ai 7. Agli 8 si aprì il Bazar con due battaglioni di soldati per la pubblica sicurezza; il quartiere cristiano continua ad essere custodito dai soldati; i cannoni sono ancora sulle colline rivolti verso la città: gli animi non sono ancora quieti. Questo in data del 15 aprile 1897. Questa relazione che per la prima volta trovai in un volume delle Lettere Edificanti della Provincia veneta, Serie Vili, Venezia, 1897, pag. 71-72, dovette essere compilata da un Padre del Collegio Pontificio Albanese.