Penetrazione e adattamento delle voci Italiane, ecc.
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(put) », Strohal, Rad, CXCIX, 147). La cupidigia è ingordia< ven. ingordisia (Boerio, 343). La fretta è pres-a<yen. pres-s a (Boerio, 533) (voce penetrata anche a Ragusa, Arbe e Isola Lunga, come presa, Budmani, 166, Kuiar, 24, Cronia, ID, VI, 118). Il rumore è suswr<sussuro (Boerio, 724) «rumore, strepito leggero ». Contro queste voci italiane, il cui elenco si potrebbe facilmente aumentare, non posso citare che due croa-tismi : nevir-a « infedeltà » e stranamente anche « invidia », dalla forma ikavica del croato nèvjera « infedeltà » e pogibl-i «pericolo »<cr. pògìbao, pògibli « pericolo ». E’ noto che Gaston Paris diceva che l’influsso di una razza si manifesta col numero degli aggettivi presti in prestito (v. B. E. Vidos, La forza di espansione della lingua italiana, Nimega 1932, p. 14). Ebbene, a Borgo Erizzo il numero degli aggettivi d’origine italiana è considerevolmente superiore a quello degli aggettivi di origine croata. Fra i primi ricorderò i, e, caro « chiaro »<ven. caro (Boerio, 165; Wengler, 151) (anche all’isola Lunga car, Cronia, ID, VI, 107 e ad Arbe car « jasan», Kusar 24); i, e, fruàtom « logoro »< ven. fruà(do) (Boerio, 289); i, e, gobàt<.it. o ven. gob (b)o (Boerio 310) (penetrato anche nel croato dell’isola Lunga, gobav, Cronia, ID, VI, 109), i, e, kuntént<\t. o ven. contento (a Scutari kondend, Busetti, 259e già in Bianchi, 15 « contentus », condend; v. anche Helbig, 116). i, e liso<C it. liscio o ven. lisso (Boerio, 375); i, e, rotundat<iit. o ven. rotondo (a Scutari rrotullak, Busetti, 867 : possi rotulle, Bianchi, 136); i, e, sikuro<Z.it. sicuro (a Scutari si conosce i, e, sigurte, Busetti, 950); i, e, skuro<Cit. o ven. scuro ; i, e, ti-midu<Zit. o ven. timido; i, e, tsotat<yen. zoto (Boerio, 822) (penetrato sotto la forma c'òtav anche ad Arbe e all’isola Lunga, Kusar, 24 e Cronia, H), VI, 124).
    Sono di origine croata: i, e, divlo « selvatico »<cr. d ivi j ì; i, e, drag « caro » (usato quasi solo nella frase drag i iem « caro mio»)<cr. dràg; i, e, golo «nudo»<cr. gò(l); i, e, lino