I MONACI BASILIANI d’ItALIA IN ALBANIA 183 « tempo alli greci sottoposti alli Vescovi cattolici et alli « stessi Albanesi per la vicinità del loco » (39). Annuì la Sacra Congregazione al desiderio del Rodino e in data 8 novembre 1642 lo dispensò dall’obbligo della Missione della Chimara, ma anzi che ad Otranto censuit praedictum Patrem Neophytum mittendum esse ad insulam Zacynthi ad Graecos ibi degentes exco-lendos et ad unionem reducendos, ita tamen ut per duos vel tres menses manere possit cum Grbecis Hydruntinae Dioecesis ad referendum de eorum statu et necessitati-bus spiritualibus (40). Nulla sappiamo di questa nuova missione affidata al P. Rodino : risulta soltanto che nel 1648 egli si trovava a Nivizza in Epiro e nel 1655 a Napoli (41). Per i Chimarioti il ritiro del loro Apostolo non sarà stato senza dolore : noi vedremo in seguito come il ricordo del caro P. Neofito sia rimasto sempre vivo nella loro memoria, ed è da attribuirsi al profumo delle sue virtù la conservazione della fede in quei popoli e il desiderio di rivedere in mezzo a loro il Missionario. Dal canto suo il buon Padre si era preoccupato anche dell’avvenire spirituale dei suoi Chimarioti, nel caso di un suo allontanamento: onde provvederli di buoni preti, incoraggiato dalla S. Congregazione, scelse tra i monaci alcuni che a lui sembravano meglio adatti e li mandò a Roma : tra essi « il P. Ieremia nipote dell’Ar-« civescovo di Iannina e del Vescovo di Vela (?), dalli <( quali fu a me raccomandato che l’insegnassi, e se vote lesse andare avanti, che l’incaminassi. Ha bastanti (39) Id. ibid. (40) Id. ibid., pag. 92. (41) Cfr. É. Lecrand, loc. cit., pag. 298.