126 Giuseppe Castelletti do e la confisca dei beni i famigliari, per non dire che certe volte il Kuvend armato o la tribù intera moveva contro la stirpe del colpevole. Spesso però quest’intervento collettivo contro il violatore della be6a e i suoi famigliari avveniva anche s*; la violazione della besa fosse avvenuta soltanto fra due famiglie in lotta. E ciò si spiega considerando la struttura speciale di quell’ambiente sociale e il carattere di quegli uomini. Il desiderio della libertà tanto vivo in tutti, come ho già detto, da arrivare a formare il vero scopo della vita d’ogni montanaro, è l’unica forza capace di assoggettarlo a vivere raggruppato con altri individui solo per trovare nell’unione la forza di difendere la propria indipendenza, richiedeva, come si comprende, sopratutto serena coesione morale e materiale tra tutte le unita del gruppo. Ma tale coesione — là ove mancava una vera autorità, forte, rispettata e continua, capace di unificare e di mantenere tale unità — era solo realizzabile mediante la completa e scambievole fiducia tra tutti gli elementi del corpo sociale. Tale sistema di fiducia era instaurato mediante la besa che diventava quindi in taluni casi più di quanto sia oggi, per popoli progrediti, una legge rafforzata da forti sanzioni. Per ciò la besa era un nuovo legame giuridico e sociale nella vita di quei popoli, violarla significava attentare al sistema sociale e specialmente alla sua forza di resistenza, quindi all’indipendenza del gruppo: ecco perchè alla violazione corrispondeva una così aspra reazione che toccava talora, come ho già detto, il carattere di una vera guerra. La Besa poteva ugualmente essere impegnata, come si è già detto, allorché si stringeva il vincolo di protezione o quello di ospitalità.