I MONACI BASILIANI D’ITALIA IN ALBANIA 209 versione del suo ritiro : saputasi dal Metropolita cc di Ianena » l’attività missionaria dei nuovi venuti, cc e cc massime da un suo P. Trandafìlo, maestro della Me-« tropoli, Corfìotto, ch’era bandito e fuggito da tutto cc lo stato Veneto per l’heresie che haveva contro la « S. Chiesa cattolica Romana propalato; per istigatio-« ne di quest’eretico e scismatico infiammatosi l’animo cc del metropolita contro di noi, e fulminò scommuni-« che contro coloro ch’osassero ammetterci nel gover-ft no spirituale, ma come Eretici Papisti (che così nel-« la scommunica c’ingiuriavano) havessero da scacciarci ci da quel luoco sotto pena di scommunica Patriarci cale. Onde la fattione de’ Callicati (36) che è la ca-cr sata più principale di Cimarra, la quale c’haveva cc dimostrata divotione, et affetto grande, quest’istessa cc ricalcitrò, e comminciò a diffendere le parti del Me-cc tropolita, facendo divulgare per tutta la Provincia cc quella scommunica, prevertendo la gente semplice, cc ed inducendola ad odiarci, e rifiutarci per tali, quali cc c’esprimeva la scommunica. Così vedendo il Monsi-cc gnore di Durazzo che questa casatta tuttavia perseci guitavaci, si ritirò a Corfù e doppo andò in Spagna, cc provisto da Sua Maestà Catholica, oltre la chiesa cc principale di Palermo, che li frutta quattrocento scu-cc di all’anno, gl’assegnò in Sicilia alcune abbattie del-« le quali essige sei cento orizie all’anno » (37). E noi rispettando il velo con cui il nostro informatore ha ricoperta la memoria del Lascaris, accettiamo volentieri questa sua versione e lasciamo l’arcivescovo di Durazzo al suo destino. (36) KaXX'.YaTYjc, o forse piuttosto KaXXiyàpTj;. - N. d. E. (37) Korol., loc. cit. Studi Albanesi, III-IV. 14