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Carlo Tagliavini
netrato anche in croato come gàrdin a Ragusa, Budmani 163, come jardin ad Arbe e all’isola Lunga, Kusar 20, Cronia ID, VI,
110). Il rubinetto è detto kanél-a<iit. o ven. ca (n)ne( l)la (Boerio, 127). Helbig, 114 registra solo kanele « Zimt », che proviene attraverso il neoellenico xotvéXXa (Meyer, Alb. St. V, 83); all’isola Lunga troviamo kanela, Cronia, fD, VI, 111). Il cantone od angolo della camera è kantù, art. kantuni<Cit. o ven. canton(e) (Boerio, 130). Nell’alb. della Grecia si conosce la forma kandun che proviene attraverso il neoellenico xavTOuvi (Meyer, EW, 174; Ngr. St. IV, 32); la voce it. è entrata anche in cr. kàntùn, Resetar, Rad, CCXLVIII, 226. La cassa è detta kasa < it. o ven. cassa (Boerio, 145); anche a Ragusa si conosce kàsa, Budmani, 166, Zore, Tudj. 10). Il cassettone dicesi komò < ven. comò (Boerio, 183) penetrato anche nelle parlate slave della Dalmazia: ad Arbe komò, Kusar 20, a Ragusa kòmo, Budmani, 165, all’isola Lunga komò, Cronia, ID, VI, 111). La latrina è chiamata kondùt-ì<Zven. c o n d o t o «fogna, pozzo nero, ecc.» (Boerio, 187) (il venetismo è entrato anche nel croato di Arbe kondòt (Kusar, 20) e all’isola Lunga kundòt « cesso » (Cronia, ID, VI, 112). La cucina è detta kuzin-a che può benissimo derivare direttamente dal ven. c u z i n a (Boerio, 215 ; Wengler, 119) col noto mutamento di z>z, senza passare attraverso il croato kuzina (Parcic), come opina il Meyer, EW, 217. L’inferriata è detta rastél-at (propriamente «i cancelli»)<ven. restelo (Boerio, 570) che in Istria e Dalmazia suona rastei (Rosman, 100) (e che penetra anche all’isola Lunga come roste, Cronia, ID, VI, 118-119). Lo sgabello è skabel-i<yen. se a bel (Boerio, 613; Wengler, 141). Lo scalino è skalin-i<i it. o ven. scalin (o) (Boerio 616) (penetrato anche nel croato di Ragusa skàlin, Budmani, 165 e dell’isola Lunga skalin, Cronia, ID, VI, 121). La stalla dicesi stai-a<it. o ven. sta(l)la (Boerio, 699); la stufa è detta stua<yen. st u a (Boerio, 718). Il treppiede è detto trpia <ven. t r e p i è (Boerio, 766) (col medesimo spostamento di