Penetrazione e adattamento delle voci Italiane, ecc. 241 La convivenza degli Albanesi di Borgo Erizzo con i Veneti di Zara e i Croati del retroterra ha dunque modificato considerevolmente il lessico albanese di questa isolata colonia. A prima vista l’influsso croato può sembrare preponderante, ma ad un più accurato esame si vede che l’influsso italiano è per lo meno altrettanto forte, se non per numero, per qualità. La maggiore quantità d’influssi croati è formata, come si è visto, da vocaboli tecnici (agricoltura, vinicoltura, ecc.). L’influsso italiano invece è, per la maggior parte, formato da vocaboli non tecnici. A questo proposito il Salverda de Grave osserva: « Constatons que l’emprunt d’un mot « non technique » est infiniment plus significatif... que celui d’un mot technique. Quand une idée ou un objet nouveau s’introduisent chez nous, le nom qu’il portent s’impose, parce que, pour nous, l’idée ou l’objet et le nom qu’ils ont, forment un tout indivisible... par contre, entre le mot « non technique » et le concept qu’il représente, la rélation est toute autre; car, cette fois ci, l’idée était déjà, dans l’ésprit de celui qui parle, reliée à un terme indigène, puisqu’il s’agit de choses universellement humaines.... Voilà pourquoi, comme moyen de sonder la profondeur qu’atteint l’influence du peuple étranger, il faut, surtout s’attacher aux mots «non techniques» » (J. J. Salverda de Grave, L’Influence de la langue française en Hollande d’après les mots empruntés, Parigi 1913, pp. 50-51). La superiorità dell’influsso italiano è dunque qualitativa e non quantitativa e si spiega con il maggiore prestigio e la più profonda forza di penetrazione della lingua d’Italia (cfr. Vi-dos, 5, 14; Bertoni, Arch. Rom. XVII, 132 e segg.). E’ certo che ad accrescere l’influsso croato, ha contribuito in modo considerevole la scuola, che fu croata fino a qualche anno dopo l’annessione, la presenza di famiglie croate stabilitesi già da molto tempo a Borgo Erizzo e la predilezione che gli Albanesi mostravano per il croato. L’Erber, nel 1883, scriveva: « Quasi tutti gli albanesi conoscono oltre alla propria lingua materna, anche l’italiano e lo slavo. Dell’italiano si servono nei loro