Pagine di storia veneta 9 Scanderbeg. Nella primavera del 1465 fu vinto da Scan-derbeg, pur riuscendo a far prigionieri molti suoi generali. Riprese l’offensiva altre due volte contro gli Albanesi, ma ebbe la peggio; finché, aiutato da un altro rinnegato albanese, Jacup Arnauta che comandava 16 mila Turchi, e corrotte le sentinelle albanesi che presidiavano il campo di Scanderbeg, lo attaccò a Valcalia, ma fu da questo sconfitto. Per tradimento di soldati albanesi caddero pure le fortezze di Sfetigrado — che era comandata dal capitano Pietro Periati — quella di Chidna, quella di Be-rat nel 1450, ed altre. Infine, varie volte si cercò pure di sopprimere lo stesso Scanderbeg. Il più clamoroso di questi attentati fu quello avvenuto per opera di Albanesi — aiutati dai Turchi— a Craba, presso Croia. Scanderbeg e l’Italia. L’Italia non poteva assistere indifferente alla lotta impegnata da Scanderbeg contro l’invasione Turca. Specialmente la Repubblica Veneta seguiva con interessamento l’eroe e più volte l’aiutò. Ma all’inizio delle gesta di Scanderbeg la Serenissima ebbe un atteggiamento che gli storici di tempo fa (o quelli odierni un po’ troppo partigiani) vogliono biasimare. Venezia infatti, in un primo tempo fu osservatrice delle mosse di Scanderbeg, ed anche l’ostacolò, perchè le mire del valoroso condottiero non erano ben chiare. Come alcuni storici ora sostengono, pare che lo stesso Scanderbeg — soprattutto in principio, più capitano che uomo politico — non sapesse neppure lui quale via percorrere, troppo entusiasta come era delle sue gloriose vittorie; <