I MONACI BASILIANI D’ITALIA IN ALBANIA 197 « stinianam civitatem nella stampa di Roma fol. 225 e (ediz. del 1596), e nell’anno 555, paragrafo in huisce-« modi habitis etc. fol. 448 (ibid. an. 555), et il Siti gnor Leone Alìatio nel suo libro De Ecclesiae Occidenti talis btque Orientalis perpetua consentione, cap. 25 ee num. 4. Se bene io osservo che dove nel citare la « costitutione di Giustiniano, il Signor Leone dice : qui ec autem est hoc tempore etc., il nostro testo, tit. 8° noie veli. 131, dice per tempus autem, il che non so se vote glia inferire che questa fosse una costitutione non per-ee petuo duratura, il che sia detto per modo di dubitare, ee non perchè vi faccia sopra gran forza. E perchè puoi ee forse conferire anche a questo negotio il vedere le spece ditioni fatte dal sopradetto Acrideno per questo di ee Durazzo, io ne invio a V. S. R.ma la copia tradotta ee dal Signor Leone. E retificandole la mia devotione le ee bacio ecc. » (Arch. Propag. Lettere antiche voi. 36, non numerato). Noi non conosciamo la risposta del Giustiniani, nè per la nostra storia ci sembra necessaria; abbiamo riportato il documento per far rilevare ai nostri lettori che l’operato del Lascaris veniva preso nella più seria considerazione, il che fa molto onore agli Ufficiali della Sacra Congregazione, e ci fornisce una nuova prova dei dubbi ben fondati sulla condotta dell’arcivescovo di Durazzo. Dai documenti che questi si affrettò a presentare dobbiamo dedurre che qualche cosa era giunto anche al suo orecchio ; ma data l’insufficienza dimostrativa dei medesimi, la Sacra Congregazione non ne rimase sodi-sfatta, e noi vedremo in seguito che tutte le sue relazioni verso il Lascari tradiscono, e con ragione, la diffidenza e il sospetto. Un memoriale del Lascaris, in cui cerca di giustifi-