Consuetudini nelle montagne albanesi, ecc. 107 Anche coloro che si erano legati mediante la fratellanza del sangue (Vellazen e giakut) alla famiglia del colpevole possono subire la vendetta, ma non i servi e gli amici anche coabitanti al tempo del delitto. A proposito di limitazione nel numero dei soggetti passivi della vendetta posso ricordare che come anche dice il Thalloczy, in alcuni paesi, specie nelle regioni dei Dukagijni si arrivò a stabilire che solo il colpevole e sei dei suoi parenti più prossimi dovessero subire la vendetta. Si tenga però presente, anche per quanto dissi più sopra rispetto al valore della consanguineità, che, condizione necessaria per la solidarietà nella vendetta è sempre la presenza di un vincolo di sangue con l’uccisore. Lo stesso criterio presiede alla solidarietà attiva nella vendetta. Sicché vendicatori saranno i parenti dell’ucciso e suoi fratelli di sangue. A proposito di questi ultimi va ricordato che non fu infrequente il caso in cui famiglie non molto numerose dovendo compiere molte vendette strinsero fratellanza di sangue con molti individui onde essere coadiuvate nella vendetta. E’ ammessa la vendetta per mandato, e il mandatario è pienamente legittimato nella sua azione come un vendicatore qualsiasi « Colui che aiuta nell’esercizio della vendetta del sangue non ricade sotto la vendetta del sangue ». Infatti ucciso un membro di una famiglia, i suoi parenti acquistano un diritto sul sangue dell’uccisore e possono esercitare tale diritto, come tutti gli altri diritti, mediante un mandante. Al contrario, se un individuo uccide per mandato, tanto egli che il mandatario sono soggetti alla vendetta, perchè nel rapporto retributivo, il sangue dell’ucciso richiama immediatamente il sangue di chi glielo ha fatto