Un dramma storico del 1897 nell’Albania del Nord 39 bruciarci la casa, esiliarci, come avevano fatto gli altri Governi ecc. ecc. Si prendevano sottoscrizioni contro di noi per mandare un memoriale a Costantinopoli. Ai montanari che venivano in città per loro affari, si domandavano notizie di noi e della missione, e questi a lodarci e benedirci per le orazioni che insegnavamo, pei sangui che dappertutto si perdonavano; e non si accorgevano che con ciò eccitavano sempre più la gelosia e l’odio dei nostri nemici... I fatti e i massacri di Armenia erano freschi, quei di Candia avvenivano allora; molti pensavano di far altrettanto a Scutari; e se Scutari non avesse avuto sì vicino il Montenegro, che aspetta solo un’occasione per entrarvi, e non avesse tutto intorno le montagne quasi tutte cattoliche e prontissime a difendere anche con le armi la fede e il nome cristiano, certo qualche cosa accadeva. Ma ci fu chi disse a qualche turco, che minacciava cose simili ai fatti d’Armenia : — In questo caso, mandate prima fuori dell’Albania e mettete in sicuro le vostre donne e i vostri figliuoli, perchè appena avrete finito coi cristiani di Scutari, i montanari incominceranno con voi ». Questo breve quadro ci presenta l’immediata cornice storica del tempo in cui si svolgeranno i fatti che prendo a raccontare. Dobbiamo soltanto tener presente, da una parte, le leggi e la pratica giuridica delle montagne per cui la giustizia se la fa regolarmente ciascuno da sè, senza tanti impicci e senza molte procedure, seguendo il principio primitivo dell’ « occhio per occhio, e dente per dente » e dall’altra non dimenticare che bastava cadesse una bragia sul terreno arido e infocato, perchè scoppiasse un incendio. La bragia ci fu e cadde sul terreno e l’incendio divampò. Il dramma ebbe tre atti: La Croce di Rrjolli — il