206 D. Nilo Borgia cc dini del N. S. et altre cose che mi mancano le quali cc aspetto dalla S. Cong.ne però supplico V. Em.za farci mi gratia che queste persone siino spedite più pre-cc sto che si può perchè mi han sempre pregato che gli cc aspetti perchè vogliono condurmi loro colà conforme cc l’ordine di quel popolo e qui facendo fine li racco-cc mando alla Pia Protettione di V. Em.za e che con la cc solita sua Bontà siino accarezzati acciò ammirino e cc lodino la Grandezza della S.ta Madre Chiesa e la Bon-cc tà di S. Em.za et io non mi ma(n)carò di pregar il Si-cc gnore per longa vita e Prosperità di V. Em.za di cui cc bacio con ogni humiltà il lembo della S.cra Porpora. cc Napoli, 26 Sett.bre 1660. cc Di V. Em.za H.mo e Dev.mo a servo Simeone Lascari, Arciv.o di Durazzo. Non risulta che queste lettere abbiano avuto una risposta in iscritto; che se pure sia stata data, essa forse sarà stata consegnata a due sacerdoti orientali destinati a compagni del Lascaris, che tuttavia attendeva a Napoli. E così parimenti ignoriamo se ai due, o ad altri, sia stato affidato l’incarico di indagare sul conto del Lascaris stesso e su ciò che egli aveva riferito; il divisamente di non lasciarlo più solo dimostra che a Roma ormai si diffidava assai di lui, ed era ovvio che dovendosi iniziare un’opera di apostolato serio e duraturo, s’imponeva la più oculata circospezione e prudenza. Compagni del Lascaris furono D. Onofrio Costantini e D. Andrea Stanila, dei quali tratteremo a lungo.