I MONACI BASILIANI d’ItALIA IN ALBANIA 175 Questa terra di Sicilia è Mezzoiuso di cui parleremo un po’ distesamente, perchè sarà la culla principale dei nostri Missionari, terra benedetta e fecondata dalle fatiche del Rodino, che insieme con i germi del sapere vi sparse quelli delle vocazioni missionarie. * * * La sua destinazione alla Chimara fu provocata da lui stesso; nel Memoriale sopracitato lo fa intendere chiaramente; infatti dopo aver chiesto agli Ecc.mi Sigg. Cardinali « di dar ordine che si stampi que-« sto libro (da lui presentato ed è ^epì è^o^oXoYYjaswi; c< edito a Roma nel 1630) li prega di concederli qualche « poco agiuto con che pos(ci)sa vivere annuatim, non « attendendo ad altro che servire alla S. Chiesa, senza « chieder pagamento nissuno da Loro, tenendo detta « scola (di Chimara) e dando spesso relatione alla Saie era Congregatione, poiché il loco ove prettende stare « il supplicante e vicino d’Otranto ecc. » (18). I voti del Rodino vennero esauditi e nel 1628 gli venne ufficialmente assegnata la Missione, con scuta 40 una vice tantum (19), ma che Egli non potè incominciar nello stesso anno a causa della peste che infieriva in quelle parti, così che nell’attesa: referente R.mo Torniello, Sacra Congregano probavit ut Pater Neo-phytus Rodino Graecus monachus S. Basilii (20) et missionarius in Cimarram Albaniae transferatur ad (18) Korol., Fase. II, pag. 82. (19) Ibid. (20) Anche da questa particolare designazione si può facilmente pensare che il Rodino si fosse già aggregato ai Basiliani d’Italia; diversamente, sarebbe stata sufficiente la solita formola Monachus Graecus*