Un dramma storico del 1897 nell’Albania del Nord 53 vedersi venir su tutte quelle immondezze, gettarono un grido di orrore: « Jallàh ku-kùuu... » e corsero a casa ad annunziare. Estàk furullàh...: e fu un divampare di nuovi odi, nuove accuse, nuove vendette e venne pure la volta delle repressioni. La macchina del Governo si mosse per mezzo dello xhibàl, per organizzare una punizione esemplare. Lo xhibàl, tenuto consiglio, decise che le montagne tutte prendessero parte alla spedizione punitiva da Gruda e Kelmèndi fino a Shkreli. Non fu difficile piegare i capi alla volontà del Governo, poiché si fecero suonare anche i quattrini che son sempre capaci di comprare — per il momento — tutte le montagne (e anche le città) dell’Albania. E’ vero che secondo il Kanù il colpevole dev’essere castigato dalla tribù o contrada o montagna che in un modo o nell’altro fu offesa, ma il fatto era diverso nel caso della Croce e della moschea : le due ingiurie dovevano considerarsi come compensate, e pei cattolici delle montagne, l’ingiuria della Croce doveva apparire più grande. A ogni modo la truppa raccolta dallo xhibàl nelle grandi montagne, guidata dai capi (Dede Gjo Luli di Traboina per Hoti, Vate Màrashi di Shkreli, Turk Shabi di Selce, ecc. ecc.), mosse contro Rrjolli. All’inaspettata spedizione Rrjolli preso da indignazione avrebbe voluto reagire con le armi: l’intervento del parroco di Plani impedì, poiché aveva l’assicurazione che non si sarebbe torto un capello a nessuno : invece fu una menzogna e un tradimento di chi aveva date quelle assicurazioni e fatte quelle promesse. Solo Dedé Gjo Luli quando, giunto a Vraka coi suoi, capì di che si trattava, protestò e si ritirò dicendo : « Non sarà mai che io vada a bruciare le abitazioni di quei che ho fratelli per sangue e per religione ». I Rriollesi quando si videro traditi,