174 D. Nilo Borgia « plicante, scrisse all’arcivescovo che dovesse guardarsi « da esso chiamandolo seduttore » (14). Il documento si riferisce ad avvenimenti accaduti & dodici anni sono » vale a dire verso il 1627, prima ancora che il Rodino venisse destinato alla Missione della Chimara, che egli visitò in quell’epoca e che attirò fin d’allora la sua attenzione. Come sembra, vi aveva dimorato qualche tempo e aperta una scuola; vi si era fatto sufficientemente conoscere, di guisa che nell’al-lontanarsene, tra lui e i Chimarioti era corsa qualche promessa di un prossimo eventuale ritorno, poiché nella scuola iniziata « in Cimarra, lo aspettano et dettero pati rola di venire molti religiosi (monaci) dal supplicante « (Rodino) dalli monasteri chiamati a studiare » (15). § II. Ritorno in Italia - Sua Missione in Albania. La sua venuta in Italia, possiamo ormai precisarlo, dovrebbe avere avuto per fine principale la regolare apertura della Missione di Chimara, già così promettente e così ben disposta. Passerà ancora qualche anno prima che egli ne abbia l’incarico ufficiale, poiché nel 1627, ci fa sapere egli stesso di un invito « da una terra di or Cicilia (ove ho tenuto altri duoi anni scola, persua-« so dal vicario generai dell’Emin. Card. Doria (16); cc mi scrivono che vadi là con 120 ducati de salario solo « a insegnare ecc. (17) ». (14) Cfr. Korol., loc. cit., pag. 81. (15) Id. ibid. — I monasteri, secondo il Parlati, (loc. cit., pag. 435) erano molti. (16) Giannettino Doria che fu Arcivescovo di Palermo dal 1609 al 1642. (17) Koroi,., Fase. Ili, pag. 98.