130 Giuseppe Castelletti Tutto ciò sembrerà forse esagerato ma si pensi a quelle semplici parole « il pane ti onora! », cioè l’essere richiesto della ospitalità, ingrandisce la personalità morale dell’ospite, e si potrà facilmente comprendere quanto un montanaro ci tenga a mantenere intatta la sua posizione di ospite che si manifesta appunto nel difendere l’integrità dell’individuo ospitato, e come perciò reagisca violentemente contro ciò che può anche minimamente intaccare quest’ultima. Si pensi, a tale proposito, che le consuetudini vogliono, e di ciò non ne mancò certo l’uso, come mi è stato detto, che qualora un omicida si rifugia nella casa dei consanguinei della sua vittima, questi per il solo fatto che colui è un ospite non debbono toccarlo, anche se poco prima lo cacciavano accanitamente, ma devono riceverlo e trattarlo come un altro ospite fino a quando resterà nella loro casa. E’ naturale quindi che a tale condizione la besa concessa per l’ospitalità doveva essere difesa ad ogni costo, e la vendetta che ne seguiva contro chi l’avesse violata, offendendo l’ospite, era una di quelle vendette che come tutte le precedenti non conosceva composizione di sorta. Infatti — secondo le consuetudini — il padrone di casa a cui sia stato ucciso l’ospite, ha innanzi a se due strade : o vendicare l’ospite, o vivere nella vergogna. E si noti che anche nel dettato di questa norma è palese quale sia la forza dell’opinione dei consociati che ricoprirebbe di disprezzo l’individuo incapace di vendicare il suo ospite. Tale vendetta, secondo le consuetudini, va compiuta ad ogni costo e con ogni mezzo, anche con i meno leali: « a colui cui è stato ucciso l’ospite è concesso anche il tradimento purché vendichi l’ospite ».