Consuetudini nelle montagne albanesi, ecc. 77 Si osserverà giustamente che le leggende, debbono avere il valore di leggende, ma esse partono sempre dall’osservazione di un certo numero di fatti reali che l’uomo primitivo cerca spiegarsi a modo suo aiutando la logica con la fantasia, e trasformandone il rapporto reale e proporzionale dei fatti. Così se tali leggende esistono, è segno che i primi montanari videro innanzi ai loro occhi nascere e svilupparsi le prime piccole società da gruppi famigliari o addirittura da famiglie, di cui, oltre a prendervi gli elementi, si ebbero a modello nei successivi sviluppi, le strutture e i rapporti. Ad avvalorare tale ipotesi voglio ricordare che esistette ed esiste ancora oggi, sebbene in forma attenuata, il divieto di matrimonio tra individui delle tribù di Sciala e Sciosci e individui delle tribù Ducagini come ho potuto raccogliere direttamente dalla narrazione di alcuni montanari di Puka, uno dei principali centri Ducagini. E ugual divieto esistette ed esiste anch’esso con tendenza alla completa sparizione, tra Ducagini e Mir-diti, e altresì nel senso stesso del gruppo Mirdita. Ciò significa evidentemente che gli uomini di tali gruppi reputandosi discendenti da un unico ceppo vogliono, vietando i matrimoni tra di loro, impedire incroci tra consanguinei. E che la causa di tale divieto sia proprio questa è ancor meglio provata dal fatto che nel gruppo Mirdita mentre era vietato il matrimonio tra individui delle tribù Kusceni, Oroshi e Spaci, non lo era invece per individui di queste stesse tribù con altri delle due tribù di Dibri e Fandi perchè, essendosi queste due ultime tribù unite soltanto al gruppo Mirdita nei primi dello scorso secolo, non si riteneva che avessero una origine comune con quelle del ceppo originario, e quindi tali ma-