20 Luigi M. Ugolini della dominazione turca e incuranti anche delle esortazioni a pazientare, rivolte loro dal Ducagini e dal vescovo Sapatense. Invece Venezia impegnata in altre competizioni non volle correre il rischio di rompere i rapporti col Sultano e la richietsa e l’ambasceria degli Albanesi non ottennero alcun risultato. Un’altra congiura che ebbe maggior durata, par non raggiungendo lo scopo come le precedenti, si formò fra il 1615 e il 1619 e fu promossa da un turco insieme con un albanese. Il turco era il Sultano Jachia che dicevasi fratello del Sovrano e Gran Principe Ottomano; l’albanese era Giovanni Renesi. Per quattro anni il Sultano Jachia, sotto il nome di Alessandro Conte di Montenegro (27) intavolò trattative dirette e indirette col Duca di Parma (28), col Duca di Toscana, col Re di Spagna, col Pontefice e con Venezia (29), infaticabile, con sempre rinnovate speranze negli aiuti che l*uno e l’altro Stato parevano promettere. La situazione politica europea non permise a nessuno di aiutare l’iniziativa dell’Jachia e del Renesi, ma il documento in cui sono raccolte le risoluzioni prese dai congiurati e la lunga lista di persone che presero (27) Il suo sigillo reca un’aquila bicipite, sormontata da una corona reale, e avente sotto le zampe una volpe. (28) Per queste trattative si vedano i documenti del 1615 raccolti nell’archivio dei Provveditori ai confini. Dalmazia, Levante ecc. Busta IV. (29) 1646, 6 marzo e 18 maggio. Senato, Corti, f. 31; ed anche 1647, 24 maggio e 28 settembre, f. 31, 33, 34. Per quel che riguarda il figlio del Jachia, Conte Maurizio, vedi il Decreto del Senato, 5 gennaio 1669 Terra, f. 822.