La stampa 8» ma che non esiste affatto traccia alcuna del taglio presupposto. In questo conviene anche Lavriotis Kurilàg, il quale in ©eoXoyia (3) ha ristampato il testo correggendo la lettura del Lambros, non senza avvertire i lettori che la lettura fattane (da sè) dimostra non esservi nulla di nuovo a riguardo del taglio deprecato. Il Kurilâs infatti ha letto e trascritto fedelmente, salvo qualche inesattezza dipendente più che da altro, dalia poca pratica nella lettura dei manoscritti. Ma non ostante che la sua lezione sia fedele, anch’egli, non ne comprendiamo il motivo, ha inteso il bisogno delle parentesi quadre e dei puntini. Ora se altro merito non avesse l’edizione del Borgia, sarebbe bastato questo dell’assoluta fedeltà della riproduzione del testo, che nelle due edizioni di Atene ci avrebbe lasciato ancora nel dubbio e nell’incertezza. Tutto ciò sembra non abbia tenuto presente S. Sala-ville (4), il quale in una recensione fatta del lavoro del Borgia, preoccupato forse un po’ troppo del nome del Lambros, non si è curato di controllare de visu le due lezioni, per la semplice ragione che quand un nom comme celui de Lambros est prononcé à propos d’un texte, la plus grand circonspection s'impose à qui voudrait Védlter (5). Purnondimeno il Lambros nom soltanto ha veduto malamente la pagina in questione, ma dall’averla direi quasi appena sfiorata, contro l’autorità del Catalogo, che assegna al codice il secolo XIV e i fogli (3) üeçioôixôv éntcrinovmòv ovYYpanna x. n. rv ’A^vau;, 1931. Tev^oç Ar. (4) Échos d’Orient, Ianvìer-May 1931, p. 116. (5) Id„ ibid.