12 D. Nilo Borgia positi letterari di alcuni autori, pochini invero, che hanno scritto nell’idioma albanese in un’epoca in cui le infiltrazioni eterogenee non erano frequenti, e nel popolo si salvava ancora in parte la genuinità del linguaggio e delle forme grammaticali. Si tratta di opere composte da Missionari, e quindi di contenuto sacro, ma ricco, svariato nella forma e nella frase, che è stata elevata a esprimere i concetti trascendentali dell’insegnamento religioso e delle verità della fede. Sono opere che si dovrebbero studiare dal lato linguistico. Esse pur rappresentando il nucleo più importante della letteratura albanese, sono scritte in maniera veramente barbara, senz’alcun discernimento scientifico, direi quasi a orecchio, con scempio incredibile della morfologia e dei più elementari principi grammaticali. Il loro valore oggi non supera quello di un materiale grezzo, guasto, ibrido, per valorizzare il quale è indispensabile un lavoro serio di epurazione, di correzione e di riordinamento. I testi ai quali in modo particolare alludo, sono : del 1555, un: Antichissimo Missale Albanese tradotto dal Sig. Don Giovanni Buzztjku, che in unica copia si conserva nella Biblioteca Vaticana, R. G. Liturgia III, 194. del 1664, T ediz. : Dottrina Cristiana composta per ordine della fel. mem. di Papa Clmente Vili ecc., tadotta in lingua albanese dal Rev. Don Pietro Budi da Pietra Bianca. del 1683 : Cuneus Prophetarum de Christo Salvatore mundi et eius Evangelica Veritate, ltalice et Epi-rotice, contexta a Petro Bogdano ecc. ecc. Oltre a questi testi, che sono i più antichi e ormai divenuti rarissimi, si hanno altri pure importanti, seb-