(58 P. Fulvio Coiidicnano dei parenti e degli amici, quando il così detto compare, kumar, è chiamato in ima famiglia a tagliare ima ciocca di capelli a un bambino sulla cui testa non sieno passate ancora le forbici. Perciò io credo che in origine si tratti, in fondo, del riconoscimento pubblico per parte del « fis », del nuovo maschio che, superate le prime crisi dell’esistenza è, in certo modo, battezzato come membro della famiglia e della comunità. Il cc probatimllek », invece, costituisce una fratellanza fra persone distanti per origine di generazione, e si fa col bere l’uno all’altro, una goccia di sangue. È un altro caso d’impedimento matrimoniale. Mette conto ora che rileviamo qual valore morale e sociale abbia la donna nella psicologia e nella legge albanese. Come è certo che anche in questo popolo la donna di fronte al diritto non ha una propria personalità, ed è considerata in parte come un essere di cui la famiglia può disporre a suo grado sulle basi di interessi materiali o economici (per cui il contratto matrimoniale stipulato fra i parenti ha potuto dar motivo a giudicarlo poco differentemente da un semplice contratto di vendita), è certo pure che lo spirito della razza non ha permesso di farne una schiava, nata per 1 ’’harem e per le soddisfazioni del maschio. No, la donna albanese, anche prescindendo dall’influsso elevatore del cristianesimo, conserva sempre in fondo ima sua dignità propria, ben spiccata. Non solamente essa è responsabile di quel grande tesoro che è chiamato il suo « erz » o onore, ma ha nella famiglia, come sorella, come sposa e come madre, una missione e un posto di prim’ordine. Inoltre anche nella convivenza sociale, essa è la naturale mediatrice e protettrice in caso di conflitto. La sua « besa » è inviolabile, e chi la trasgredisce con un atto violento, incorrerebbe in un disonore incancellabile. Quella che in