48 Gennaro M.* Monti Filippo nel 1304 (1), e rimase specialmente il possesso di Durazzo, tenuta quasi ininterrottamente dagli Angioini, sì che anche nel 1305 Carlo concesse ai suoi abitanti le immunità e le franchige doganali sui fondachi di Brindisi, Monopoli, Bari e Trani (2). E quella città restò sotto il dominio diretto dei Principi di Taranto e l’Alta Signoria della Corona di Napoli fino al 1337 (3), nel quale anno fu ceduta all’altro ramo dei Conti di Gravina in cambio del Principato di Acaja (valendo questo feudo più dell’altro si pagò la plusvalenza in 5000 once di oro), sì che da allora in poi il ramo di Giovanni di Angiò prese il titolo anche di Duca di Durazzo, e di Signore del Regno di Albania, donde la denominazione di Du-razzesco che avrà fino alla sua estinzione con la Regina Giovanna II. Pochi anni, però, i nuovi Signori godono del nuovo dominio, chè nel 1343 un potente Re Serbo, già Signore dell’Alta Albania, Stefano Dusan il Forte (4), occupa Kruja e quasi tutta l’Albania. Ma neanche le sue vittorie valsero ai Serbi il possesso di tutta la regione, « in quanto Durazzo fu mantenuta in possesso dei Re di Napoli dal valoroso capo albanese Tanusio Topia (5), mentre Scutari e Clissa erano dallo stesso Dusan cedute a Venezia. Solo nel 1363 Durazzo andava perduta per gli Angioini di Napoli, per opera appunto di un Carlo Topia, nato da un figlio di Tanusio » (6), aiutato nella (1) Cfr. M. Camera, Annali delle Due Sicilie, II, Napoli, tip. Fi-breno, 1860, pp. 110-1. (2) Cfr. Id., p. 436 n. 2. (3) Mia Dominazione Piemonte cit., p. 229. (4) Su di lui, cfr. N. Jorga, Histoires États Balcaniques etc., Bucarest, Sfetea, 1914, pp. 14-7. (5) Su di lui, cfr. G. yvER, Le Commerce et les Marchands dans Vitali? mèrid., Paris, Fontemoing, 1903, p. 13. (6) Cfr. Jacomoni, id., p. 115.