14 D. Nilo Borgia condiscendenza che anche ai giorni nostri cede senza scrupoli o al gusto malsano del pubblico, o alla fretta, senza forse neppur volerlo, mettono gli scrittori moderni quasi a livello di quelli più antichi, e purtroppo anche oggi si scrive l’albanese con forme del tutto popolari. Il rilievo è piuttosto grave, ed è necessario giustificarlo; noi prendiamo ad esempio il solo titolo di un Periodico che vede la luce a Scutari : Zàni i Shna Didout -— La voce di Sant’Antonio —; ad eccezione della prima parola Zàni le altre due non sono albanesi : Shna corrisponde al latino-italiano San(ctus-to), Ndout dovrebbe rappresentarci il nome proprio, forse egiziano, Antonio. Or chi non vede nel gruppo mostruoso creato dal popolo Snà Ndout la confusione degli elementi originari Shenfa Ndout] Antonio? L’o iniziale del nome è passata alla parola precedente; la nt, che come si sa quando forma gruppo in una parola dà il suono della d, resta modificata senz’altro in una semplice d! (2). Ma si dirà: il popolo così pronunzia: e sia; ma qual’è quel popolo che non storpia il suo linguaggio? Tocca agli scrittori istruire il popolo, o, per lo meno, salvare l’integrità della lingua. Nelle identiche condizioni del testo di Don G. Bu-zuku si trovano gli altri due che, come abbiamo già detto, costituiscono il fondo più antico e più copioso della letteratura albanese. Sono testi molto rari ancor essi, difficile a leggersi e a comprendersi; sarebbe quindi ima vera benemerenza nazionale, se pure attorno ad essi qualcuno venisse facendo opera d’interpetrazione e di divulgazione, come i padri Francescani hanno fatto (2) Per la verità rileviamo che a piè di pagina della copertina, il titolo del Bollettino è stato corretto: non ci rendiamo cento però perchè lo stesso titolo debba comparire scritto in due modi nella pagina ste**».