108 Materiali lessicali e folkloristici Greco-Otrantini glottologico italiano (1926), ¡1 chiaro prof. Carlo Battisti dell’ Università fiorentina ne fece larga e minuta disanima, non favorevole alla tesi fondamentale, nella Revue de linguistique romane (III, 1927). Sulla quale rivista medesima (IV, 1928) il Rohlfs ha da poco pubblicato ampia e, parrebbe, conclusiva risposta e conferma: Autochtone Griechen oder Byzantinische Gràzitàt?; ed ora sta per dare in luce egli stesso, in apposito volume, un completo sistematico Dizionario etimologico dell’elemento greco sopravvivente nei dialetti italo-meridionali di Puglia, Basilicata e Calabria. Così la presenza e la consistenza dei nostri dialetti italo-greci, quasi scoperti e rivelati al mondo un secolo fa dal tedesco Witte, e che parevano, dopo il tracollo morale e materiale dell’ultima guerra, destinati a sparire del tutto per esaurimento, affatto dimenticati, tornano ad appassionare largamente gli studiosi, sono oggetto di polemiche, di esplorazioni storiche, geografiche (perfino linguistico-geologiche, secondo l’arguta espressione del Rohlfs), glottologiche insomma : oggi sopratutto che, a diritto 0 a torto, essi sono riconnessi con la genuina grecità dell’ Ellenismo italico preromano 0 magno-greco, di cui rappresenterebbero dunque le estreme venerande reliquie. Di questo risveglio dell’interessamento dotto e internazionale per essi, noi che ci troviamo d’essere ultimi depositari di quella nobile eredità idiomatica e spirituale, vogliamo valerci, per intensificare fra noi il culto e l’affetto alla lingua materna, al primo, vetusto, armonioso linguaggio nostro; per contribuire a farlo conoscere ed illustrarlo, con consapevole gratitudine verso coloro, vicini 0 lontani, presenti 0 defunti, che sono venuti a studiarlo nella nostra terra, e ce ne hanno indicato, dimostrato il valore documentario e nobiliare, i pregi di antichità e di relativa purezza originaria. Giacché essi, questi dialetti, sono più che probabili sopravvivenze estreme, e ancor limpide, di quella cristallina copiosa fonte di Grecità che, attraverso i secoli, s’intorbidò profondamente nella stessa madre patria: vera esigua Arei usa idiomatica, trafugatasi e conservatasi nel mezzogiorno italico, dopo aver traversato incontaminata la marea delle generazioni alloglotte e dei secoli. Per portare il nostro umile contributo alla perspicua conoscenza di questi dialetti, dopo i piccoli saggi che da trenta anni in qua siamo andati pubblicando, abbiamo ora pensato di accrescerne utilmente i materiali di studio raccogliendo e pubblicando qui alcuni elementi di ricerca, preparati da studiosi nostri e disgraziatamente per varie ragioni non potuti stampare. Sono materiali lessicali sopratutto, la cui utilità non può esser dubbia allo stato presente della discussione storicolinguistica. Nella recente polemica Rohlfs Battisti ci sembra infatti che il secondo si appoggi precipuamente su argomenti storici, che purtroppo non è possibile accrescere e fornirne di nuovi, data la penuria locale 0 regionale di documenti epigrafici e manoscritti; il primo abbonda invece di argomenti linguistici, che conosce diretta-mente, riproduce con metodica precisione e rettamente valuta. Ma questo nostro patrimonio lessicale ancora non è stato tutto raccolto e inventariato. Uno studioso di Oxford, il prof. Dawkins, conoscitore sicuro dei dialetti greci dell’Asia Minore,