il viaggio di Giovanni V Paleologo in Italia e l’unione di Roma.
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parte un campo, in parte una fitta boscaglia; il papa dava ordine al vescovo di far strappare i cespugli e accomodare il cancello, far coltivare il giardino, piantare una buona vigna e belli alberi fruttiferi (1).
     L’Italia si rallegrava del ritorno del papa. Petrarca in un messaggio di congratulazioni al papa, messaggio che provocò una vera invettiva da parte di un prelato francese malcontento, scriveva : <c Quando Israele uscì dall’Egitto e la famiglia di Giacobbe dal popolo straniero (2), in cielo si manifestò grande gioia negli angeli e sulla terra negli uomini pii : « ecco, beatissimo padre ! Tu hai reso felice, per quanto era nelle tue forze, il popolo cristiano, egli non errerà più alla ricerca del Signore o Vicario del suo signore... » (3).
    Un altro famoso umanista del secolo XIV, Coluccio Salutati, scrisse per la stessa occasione al Petrarca : « Se foste a Roma, vedreste le già distrutte chiese risorte per la fatica tenace, e ve ne rallegrereste, lo so. La vostra pietà benedirebbe colui, che ha di nuovo ricostruito il Laterano, restaurato S. Pietro, risvegliata tutta la città » (4).
     Intanto il papa il 6 maggio 1367 arrivava a Marsiglia dove in altri tempi era stato abate del convento di S. Vittore; i cardinali fecero qui un ultimo tentativo senza risultato per convincere Urbano a non proseguire il viaggio. Passando per mare da Tolone, Genova e Pisa, il papa sbarcò in una piccola città dell’Italia centrale, Corneto, di dove il 9 giugno arrivò a Viterbo, dove fu accolto dalla popolazione con grandi manifestazioni di gioia. A Viterbo il papa dovette rimanere fino alla metà di ottobre, perchè la morte, avvenuta alla fine di agosto, del cardinale Al-bornoz, il quale aveva saputo farsi obbedire dagli italiani e stabilire un certo ordine, provocò in Italia dei torbidi che si fecero sentire anche in Viterbo. Soltanto verso la metà di settembre la sommossa fu soffocata.
     Durante il soggiorno di Urbano V a Viterbo vennero a trovarlo il Conte Amedeo di Savoia, a noi già noto, il patriarca di Costantinopoli, e a quanto pare, il summenzionato Patriarca latino Paolo, che era stato mandato dal papa a Costantinopoli per risolvere la questione dell’Unione; inoltre otto ambasciatori della nobiltà bizantina in nome di Giovanni V, i quali portavano la promessa dell’imperatore di accedere
      (1)	A. Theiner, Codex Diplomaticus Domimi temporalis S. Sedis. Recueil de documents pour servir à l’Histoire du gouvernement temporei des Etats du Saint-Siège extraits des Archives du Vatican. II- Rome, 1862 s. a. 1366, p. 430: ortus noster apud palacium sancti Petri, olim fructiferarum arborum diversitate copiosus, sic est presentialiter dissipatus, quod in eo orti vel viridarii apparencia non habetur, sed ipotius ibidem aut est in parte ager aratilis aut dempsi-tas fruticum et spinarum. Volentes igitur, quod ortus ipse ad culturajn debitam reducatur, fraternitati tue mandamus, quatenus eradicatis spinis et fruticibus memoratis, clausuraque, si oppcrtuerit reparata, ortum ipsum coli facias ac repleri bonis vitibuS et diversarum arborum plantis fructiferis et amenis.
      (2)	Salmo 113 1.
      (3)	Petrarchae, De rebus senilibus. IX, 1: Petrarchae Urbano Papae V Gratulatio : faeta est in coelis gratulatio angelorum atque in terris hominum piorum, ecce, pater beatissime, beasti, quod in te est, christianuni populum ; jam non ultra vagabitur aut dominum aut vica-rium domini sui quaenens (Petrarcae, Opera Basileae, 1554, p. 933)-
       (4)	Vedi questo brano di Salutati in Chaii.lan, Ln Bienheureux Urbain V, p. 177-178 o in Moli.at, Les papes d’Axignon, p. 114. Cfr. Kokellin, Jl primo umanesimo italiano, p. 261.
          Il