72 Il « Bios » e il « Martyrion » di Hypatios di Gangrai al principio del pio?, dove, se si deve seguire ii criterio della tedio difficilior, si sarebbe portati a preferire la versione di P a quella di V in quanto questa parla di un Callinico oriundo dalla Cilicia e poi passato a Gangrai (*) mentre fa autoctono Hypatios; il codice P fa invece derivare dalla Cilicia lo stesso Hypatios: non si comprende come l’omiliasta si sia lasciato sfuggire un particolare di sì alto interesse come l’autoctonia, se derivasse davvero dalla vita V. Si vengono quindi a stabilire due tradizioni, delle quali, a rigor di metodo, si deve accogliere come originaria la più difficile, quella cioè della patria cilicia. Chi era questo Callinico? Non certo l’autore della nota vita di Hypatios monaco di Rufiniane edita dall’Usener (Teubner). Bensì quello che il Lequien (Oriens chrislianus, 1, 551, donde il Gams Series Episcoporum, 1873, p. 442) pone al 50 posto nella serie, certamente errata, dei vescovi di Gangre. A parte ciò Callinico risulta sicuramente vescovo per pochi giorni verso la metà del secolo V dal 28° canone del Sinodo di Calcedonia (op. cii., ibid.). E questa è una constatazione della più alta importanza, giacché il ricordo delPAnonimo di V è troppo vicino all’epoca di Callinico, perchè la data sua, e quindi della stesura del (3to? stesso non debba essere posta nella seconda metà del V secolo; così la redazione apocrifa sta fra il 500 e il 700 in cifra tonda. 111. - Nessun dubbio naturalmente sulla realtà storica di Hypatios (2); molti dubbi invece sui particolari narrati (3). Un Hypatios vescovo di Gangrai, il nostro, ha partecipato, circa il 324, insieme con Eusebio, Eliano, Eugenio, Olimpio, Bi-tinico, Gregorio, Fileto, Pappo, Eulalio, Proeresio, Basilio, Basso, al concilio Gan-grense: Mansi, II, 1095 sgg. (nel codice lucchese del sec. Vili manca Hypatius). 11 synaxarium (5>rc. CpoL, Delehaye, col. 223; cfr. Lequien, op. cit., I, 549) e le vite lo fanno presente a Nicea; però il suo nome non compare nelle liste pubblicate dal Gelzer, Hilgenfeld e Cuntz, Patrum Nicaenorum nomina, Lipsia, 1898. Rimane il fondato sospetto che la praxis Nicaena sia un pio tentativo dei fedeli posteriori di riscattare un presule macchiato di arianesimo. Tanto più che le varie attività esplicate dal santo ricorrono, tranne forse quella del Sgdxcov (4) che è la meno frequente, nelle praxeis obbligatorie di ogni taumaturgo: le guarigioni, la cura dell’ agricoltura, la praxis de vectigalibus ecc. (cfr. Anrich, Hag.os Nikolaos, lì, 40). IV. - Le liste dei vescovi gangrensi del Lequien e del Gams, le quali ponevano Hypatius al primo posto, devono, sull’ autorità dell’ Anonimo Gangrense (!) A parte 1’¡ncongruenza dell’ àft\r\aa<; che precede l’arrivo a Gangrai. (a) SMITH e WACE, III, 185; STADLER, Vollständiges Heiligenlexicon, II, 818. Altre notizie nel citato Bollettino di studi storico-religiosi. (s) Non ho trovato consultando le opere del Ramsay alcun accenno a sopravvivenze e ricordi nel folklore della Paflagonia relativi a Hypatios. (4) Veggasi lo scolio a SOCRATE, Hist. Eccl., VII, 17, da me pubblicato in Rivista di filologia, 1916, p. 255, e gli studi del Politis ivi citati. In generale CODINO p. 126 sg. (Bonn) = III, 211 (Preger) e l’altro Anonimo BANDURI, Imp. Or., I, 43: dove non si fa menzione del «fòro della croce» che è ricordato nello scolio.